Lago Maggiore: i racconti della memoria
Un tuffo negli anni 50-
di Emanuele Bolla
Era una giornata di quelle
che più belle è difficile incontrarle : il lago era piatto
come uno specchio e le montagne che si affacciano o
circondano il nostro “Maggiore” si specchiavano a turno
nelle sue acque. Vedi, iniziò a raccontarmi il lago: io sono
fiero delle cime che ho intorno perché è tantissimo tempo
che loro mi fanno da guardia e mi coccolano in una cornice
da fiaba.
Visto che, era in vena di
parlare insistetti, affinché mi erudisse sulle sue amiche
circostanti, ed il Lago Maggiore iniziò dal
Mottarone che si
trova alle spalle di
Stresa e
Baveno per poi mostrarmi il
Monte Orfano che si trova in direzione da dove arriva il
fiume Toce, dietro a Verbania c’è il Monte Zeda e alle
spalle di
Cannobio il Monte Giove. Proprio sopra al confine
con la Svizzera, prima di Brissago c’è il Monte Limitari e
sopra a Locarno la Cimetta. Scendendo verso la sponda
lombarda alle spalle di Magadino ecco il Monte Ceneri
seguito dal M. Borgna che sovrasta Maccagno. E poi, giù sino
a Laveno dove troviamo il Sasso di Ferro. Ritornando sulla
sponda piemontese, alle spalle di
Meina e
Lesa c’è il
Monte
San Salvatore.
Dopo avermi elencato quelle
che lui, il Maggiore, vanta come le “sue montagne”, mi
raccomandò di osservarle, soprattutto quando sono fuori con
la barca, perché se arriva il cattivo tempo su una di loro è
meglio non trovarsi in zona ma è consigliabile avvicinarsi
al cantiere dove la barca è ricoverata. Ringraziai il mio
amico Lago per le preziose informazioni e lo salutai con un
: “ ciao…a presto! “ Emanuele Bolla
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