Le mie prigioni
Forse, scomodando Silvio Pellico
e prendendone in prestito il titolo del suo famoso libro,
l’incisività di quanto ( a nome dei cavalli) mi accingo a
scrivere, sarà maggiore e qualcuno mi auguro farà tesoro di
alcuni semplici consigli.
I cavalli, sostengono a ragione,
soprattutto per quelli da salto ostacoli, che le “loro prigioni”
sono il box e il campo ostacoli, quello e solo quello, mai una
passeggiata o una bella corsa su un prato verde.
Fuori dal box e dentro a lavorare
in campo, fuori dal campo e subito dentro al box, ma che vita è
?
Dopo un pò mi stanco soprattutto
psicologicamente e mi “ingrano”, se invece di ripormi subito, il
mio cavaliere o amazzone mi portassero a fare anche solo un
quarto d’ora di passeggiata in un boschetto o su di un prato,
senza troppo contatto e lasciandomi osservare, allora salterei
più volentieri e la vita da cavallo da S.O. sarebbe meno dura.
Un’idea potrebbe essere come
faccio con i “miei ragazzi” : un’uscita in salto ostacoli, una
in completo ed una in “endurance”, ovviamente, nel “fondo” solo
categorie che non superano i 30/35 chilometri e senza ambizioni
di classifica, con il solo scopo di portare i cavalli in ferie,
con veterinari,maniscalchi, assistenze e…insomma tutto
organizzato, bello vero?
Comunque, se non vi va di
iscrivervi in “endurance”, niente problemi, l’importante è che
spezziate quella antipatica ed ossessionante abitudine ( che
hanno in troppi) : box e campo di lavoro e poi subito rientro in
box; ricordatevi (dice giustamente il cavallo) quelle, sono “le
mie prigioni”
Emanuele Bolla
PS Ora voglio proprio vedere se
qualcuno che si ritiene un cavaliere , avrà il coraggio di
rispondermi , argomentando con coscienza e confessando che la
maggior parte non va in campagna perché ha semplicemente paura,
una maledetta fifa..
Editoriale a cura di Emanuele Bolla.
Tecnico Federale di
3°livello, Giudice Nazionale di Endurance, Atleta Azzurro e capo
equipe di squadre nazionali ufficiali e fondatore del C.I.T. “Club
Ippico Ticino”.
|