Lago Maggiore: i racconti della memoria
Un tuffo negli anni 50-
di Emanuele Bolla
Ricordi di guerra: tempi
duri
Tempi duri Sai, mi dice il
Lago Maggiore in una fredda mattina di inizio inverno :
“l’ultima volta ti ho raccontato dei bei tempi ‘,con miss ed
eventi sportivi,ma…solo qualche anno prima , tempi duri,
c’era la guerra e sono stati stenti, dolori e sofferenze per
tutti, popolazione lacustre, partigiani e tedeschi compresi”
. Poi, interrompendosi all’improvviso, sentenziò :”ma tu
c’eri, e allora, racconta tu”...
...bè, per il vero non
so da dove iniziare perché data la mia giovane (di allora) i
ricordi seppur indelebili sono confusi ,ma…: un giorno mia
madre mi portò all’Isola Bella per seguire il funerale di un
lontano parente, eravamo in barca nel tratto tra l’isola e
Carciano,dove si trovava il cimitero dell’isola stessa,
quando un aereo ci ha mitragliati e subito dopo ha affondato
mitragliandolo un battello della Navigazione, proprio
davanti a Baveno . Ricordo anche che mancava il cibo e
soprattutto il sale, quel poco che si riusciva a reperire
era insipido ; oltre a qualche raro pesce si ci arrangiava
con riso e latte o latte e castagne.
I rastrellamenti dei civili e
gli eccidi avvenivano ogni giorno e lo testimoniano i
monumenti o i cippi commemorativi che ora troviamo in ogni
città o paese che si affaccia sul lago. C’erano armi e
munizioni sparse un po’ dappertutto e noi…noi bambini,
inconsapevoli della gravità, giocavamo alla guerra oppure
l’altro gioco era la “lippa”(due pezzi di legno, uno lungo e
uno corto tagliato a fetta di salame, si faceva saltare il
corto con quello lungo e poi si lanciava cercando di
prenderlo al volo). Il mio paese, Someraro è stato
totalmente incendiato dalle truppe tedesche con i
lanciafiamme, asserivano che era un covo di partigiani e
noi…nascosti nei boschi sovrastanti a Stresa (in Selvalunga),
con le nari intrise di acre odore delle mucche e delle capre
rimaste nelle stalle.
Tempi duri vero ?
I più brutti ricordi della
memoria e a raccontarli, a distanza di oltre 60 anni, sembra
quasi che appartengano a tempi di brutti sogni, tempi di una
memoria che condanna ogni forma di violenza e si augura che
gli uomini dall’universo si stringano sempre le mani per
unirsi in un gioioso ed interminabile girotondo. Emanuele
Bolla
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