Lago Maggiore: i racconti della memoria
Un tuffo negli anni 50-
di Emanuele Bolla
Agosto è
finito, anzi, siamo già alla metà di Settembre e il nostro
lago si prepara al sonnolento inverno, si forse un poco
umido e a volte uggioso ma tanto suadente e rilassante da
amarlo ancora di più.
Certo
che (inizia a raccontarmi il Maggiore), una volta non era
così, ad esempio rincorrendo il vecchio detto : “Santa
Lucia, al dì pusè curt che chsia”, a Suna circa a metà
Dicembre ci si dava appuntamento per la benedizione degli
occhi e si iniziavano a vedere le prime bancarelle degli
ambulanti che anticipavano il Natale.
Si, si,
continua, c’erano meno battelli d’inverno però le
barche
in legno dei
pescatori erano più di cento e di certo io ospitavo nelle
mie acque moltissimi pesci : Lucci, Persici, Agoni,
Coregoni, Tinche, Anguille, Gobbini, Piotte, Cavedani e
altri ancora,insomma, ce n’erano per tutti e di tutti i
gusti, ora prendere un pesce all’amo è come vincere al Bingo.
Anche le
feste del S. Natale erano più intense e maggiormente
sentite, non si viveva un clima di consumismo smoderato ma
si era più buoni, sempre pronti ad aiutarci a vicenda e
poi…bastava una stretta di mano altro che contratti,
clausole e avvocati,la vita sul Lago era vita vera con
uomini veri, capaci di remare controcorrente, sia sulle
barche che mi accarezzavano solcandomi con artistiche
chiglie di legno, che nella vita.
Dopo
l’Epifania , “che tutte le feste porta via”, si attendeva il
carnevale “dove ogni scherzo vale” per dare sfogo
all’austerità di un periodo passato tranquillamente e
rispettando soprattutto il Venerdì che si mangiava “ di
magro”,d’altronde era anche ben articolato il sistema dieta
perché in tutti i locali, da Stresa a Castelletto Sopra
Ticino a Intra : Giovedì trippa!
Il
campanello d’allarme (si fa per dire), della bella stagione
che stava per arrivare era il fatidico “tredicino di Arona”,arrivavano
i giostrai con l’autoscontro,il calcinculo, le giostre e le
bancarelle con il torrone i canditi e lo zucchero filato, e
allora, tutti ad Arona per rispettare una tradizione e dare
il benvenuto alla nuova stagione del Lago. Emanuele Bolla
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