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Ferie e cavalli

 

Solitamente si pensa alla meta: mare o montagna? A quando partire e come arrivarci, al costume o all’abito da sera; insomma a tutto o…quasi tutto perché la maggior parte dei proprietari di uno o più cavalli, non pensano a loro. Lasciati in scuderia in mano al gestore del centro di fiducia e via per 15 giorni o più. Ma voi direte che portare il cavallo al seguito è raramente possibile e questo è vero, però, quello che lascia stupiti è il fatto che vi sono proprietari che per settimane non telefonino per sapere come sta il loro amico cavallo. Ecco, in questo caso non si meritano ne di chiamare amico il cavallo e tanto meno si meritano di possederne uno.

 

Inutile nascondersi dietro ad un dito accampando la scusa che : “tanto è in buone mani” , certo che lo è ma chi se ne prende cura, solitamente un vero uomo di cavalli, non riesce a spiegarsi come fanno certi elementi a trattare il nobile animale come se fosse una bicicletta che si lasci nel garage. Loro, i nostri amici cavalli, si affezionano a noi e se per soli pochi giorni non ci vedono, soffrono, soffrono molto e si intristiscono; loro sono degli abitudinari e non vivono solo di zuccherini o carote ma soprattutto gioiscono della nostra vicinanza, si rallegrano nel sentire la nostra voce e il nostro profumo.

 

Certo le ferie sono una parentesi importante per la vita di un cristiano, però, un colpo di telefono ogni due o tre giorni a chi accudisce al cavallo…credetemi è come se la telefonata la ricevesse lui, il nostro amico cavallo e voi, voi vi sentirete meglio.

 

Editoriale a cura di Emanuele Bolla.

Tecnico Federale di 3°livello, Giudice Nazionale di Endurance, Atleta Azzurro e capo equipe di squadre nazionali ufficiali e fondatore del C.I.T. “Club Ippico Ticino”.

 

 

 

 

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