Equitazione e cavalli: Che idea!
Montare al coperto lo paragono al volere usare uno yacht in uno
stagno. Non è per darsi delle arie da puristi dell’equitazione
di campagna e non solo, ma imparare, prepararsi alle
competizioni o altro in un coperto mi fa sorridere e non poco; a
meno che trattasi di ippoterapia e allora in determinate
condizioni è consigliabile, dato che taluni soggetti sono
particolarmente cagionevoli di salute. Ma per binomi normodotati,spiegatemi
perché il maneggio coperto ?
L’equitazione è uno sport che si pratica tutto l’anno perciò, se
piove, ben venga la pioggia, ci abitueremo a “leggere il terreno”
per eventuali girate troppo strette e questo esempio, vale per
tutte le altre condizioni climatiche e atmosferiche che la
natura ci propone. La triade : uomo-cavallo-natura è perfetta e
allora perché costringerla ad un controsenso;e ancora, vi
ricordate le condizioni della prova individuale di salto
ostacoli alle penultime olimpiadi ? Volavano tavole e pilieri
oltre ad essere sotto il classico diluvio ma…niente rinvii o
sospensioni, il tempo di caricare la base dei pilieri a riparo
con dei sacchi di sabbia per tenerli fermi al suolo e poi sotto
a chi tocca…un binomio dietro l’altro. Ma che idea…vi immaginate
un cavaliere con una decina di lezioni prese al coperto che esce
in passeggiata e a qualche chilometro dalle scuderizzazioni si
trova nel bel mezzo di un temporale o peggio ancora sotto una
grandinata come mi è capitato ? ! Come minimo vi molla li il
cavallo e scappa a cercare rifugio.
E si, proprio così, sia in turismo equestre che in completo o
salto ostacoli occorre abituarsi all’aperto, anche i cavalli si
trovano meglio perché si muovono nel loro habitat naturale.
Datemi pure del cavaliere vecchio e superato ma io insisto :
montare con un tetto sulla testa al massimo è roba circense
laddove il tendone aveva lo scopo di riparare gli spettatori e
non di certo il cavallo o l’uomo. Personalmente concludo
convinto che il paragone fattovi all’inizio è azzeccato :
“andare a cavallo al coperto è come voler usare uno yacht in uno
stagno".
Editoriale a cura di Emanuele Bolla.
Tecnico Federale di
3°livello, Giudice Nazionale di Endurance, Atleta Azzurro e capo
equipe di squadre nazionali ufficiali e fondatore del C.I.T. “Club
Ippico Ticino”.
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