UNA
FIAMMATA DI EQUITAZIONE AL C.I.T.
I
decenni passati ad insegnare ed a tenere corsi come docente
esaminatore, mi hanno reso critico e scettico alle proposte
di vari corsi di equitazione che negli ultimi anni, mi è
capitato di osservare.
Ma ecco
che come per miracolo è accaduta la riappacificazione: nel
mese di Agosto, in provincia di Novara presso il Club Ippico
Ticino di Glisente (Castelletto Ticino)si è svolto un corso
per Tecnici di Equiturismo. Confesso che all’inizio guardai
con sospetto quella sigla a me sconosciuta: C.N.S.F. (Centro
Nazionale Sportivo Fiamma) ma qualche cosa mi suggeriva di
curiosare anche perché sentivo parlare in modo positivo del
Capitano Andrea Pantano e del Dott. Piero Acquaro, docenti
del corso ma soprattutto, nomi a me noti come sinonimo di
equitazione vera ed essenziale, priva di superfluo e assurdi
sfoggi di sapere,
Da
vecchio cavaliere e tecnico di 3° livello nonché Meitre R.
non seppi resistere e seguii a volte direttamente e a volte
indirettamente sia la pratica che la teoria, ebbene si, ci
siamo, complimenti ad ambedue; signorilità, fermezza e
chiarezza nello spiegare oltre a eccellente tecnica sono gli
ingredienti che i due docenti del Centro Nazionale Sportivo
Fiamma hanno proposto ai 12 partecipanti che ora, superato
l’esame teorico-pratico sono Tecnici di Equiturismo. I fatti
che mi hanno benevolmente impressionato sono semplicemente
due: il non essere usciti durante l’insegnamento da quelle
righe che racchiudono l’equitazione di base e di campagna e
la signorile modestia con la quale si sono sempre rivolti ai
loro allievi, senza quell’aria del: “non sa chi sono io”,
aria troppo usata da gente che non ha mai visto la sella o
forse l’ha solo sfiorata ma decenni or sono.
Chi mi
legge abitualmente ben conosce quale criticone sono, ma
questa volta forse perché l’equitazione è una, unica e
universale grazie al grande Federico Caprilli: complimenti
ai due rappresentanti dello Sport Nazionale ed aggiungo con
convinzione che se avessimo in Italia alcuni cav. Pantano e
cav. Acquaro in pochi anni torneremmo nell’olimpo
dell’equitazione internazionale e cioè a quel posto che ci
spetta a patto di avere istruttori preparati, lontani dal
politichese e con voglia di trasmettere ciò che sanno, e non
solo pensare alla vendita di cavalli come troppi personaggi
che stanno in campo con le mani in tasca sono soliti fare.
Si,
avete capito bene, le mani in tasca e vestiti in modo
inqualificabile, ne ho visti tanti sapete e questo è male
perché vale sempre il caro e vecchio detto che l’esempio
deve venire dall’alto. Gli allievi ci guardano e ci copiano,
sia nei modi di fare che di dire ed è per questo che mi
auguro che presto si torni ad avere un linguaggio comune, ad
esempio negli ordini di maneggio e che in maneggio si sia
vestiti in modo irreprensibile, come equitazione comanda.
Editoriale a cura di Emanuele Bolla.
Tecnico Federale di
3°livello, Giudice Nazionale di Endurance, Atleta Azzurro e capo
equipe di squadre nazionali ufficiali e fondatore del C.I.T. “Club
Ippico Ticino”.
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